Vanina Leone

BlogProgettare il CAMBIAMENTO invece che subirlo

Progettare il CAMBIAMENTO invece che subirlo

Hai mai desiderato di punto in bianco di cambiare la tua vita?
Ad esempio di cambiare lavoro?
Di chiudere una relazione che ormai si trascina senza passione?
Credo che prima o dopo, in un modo o in un altro, sia capitato ad ognuno di noi.

“Abbiamo sempre due scelte nella vita: accettarla così com’è o accettare la responsabilità del cambiamento.

Denis Waitley

Tuttavia la paura ci tiene ancorati alla vita di sempre, alla comfort zone, ai nostri pensieri più intimi che ci sussurrano:

– ho sempre fatto così e mi sono trovata bene –

– adesso non ho tempo –

– ci penso ancora un po’ e poi decido –

– ma perché rischiare? –

e alla fine ci accontentiamo di  fare piccoli cambiamenti, come cambiare la disposizione dei mobili, fare un nuovo taglio di capelli, oppure ci iscriviamo in palestra, e speriamo di ottenere in questo modo un punto di rottura, un nuovo inizio.

Il cambiamento vero ci spaventa, la sperimentazione ci toglie energie, ci costringe a confrontarci con noi stessi.

Il 70% delle iniziative di cambiamento, fallisce miseramente per abbandono.
Ma ho scoperto questa cosa, il cambiamento si può affrontare facilmente quando è volontario, quando nasce da una decisione consapevole.

Don Kelly e Darly Conner, ricercatori americani, hanno elaborato “il ciclo emotivo del cambiamento”.

Una sequenza di 5 stati d’animo che ci caratterizzano, quando dobbiamo affrontare un cambiamento:

  1. Ottimismo ingiustificato
  2. Pessimismo giustificato
  3. Realismo incoraggiante
  4. Ottimismo giustificato
  5. Conclusione

Nella prima fase ad esempio, poco prima di rientrare dalle vacanze estive, immaginiamo di essere sdraiati in spiaggia, pervasi da un desiderio di ricominciare le attività e definiamo nella nostra mente i nuovi progetti per settembre, siamo carichi di adrenalina e pronti a spaccare il mondo, cambieremo questo e pure quello!

Ma questa prima fase di OTTIMISMO INGIUSTIFICATO, dura molto poco, perchè settembre arriva, indossi di nuovo le scarpe, i pantaloni lunghi e l’orologio e ti accorgi delle mille difficoltà per porre in essere il tuo progetto.

E’ in questo momento che ha inizio la seconda fase del ciclo emotivo del cambiamento, quando sprofondi nel senso di impotenza e pensi:

– quasi quasi mi iscrivo in palestra –

La fase del PESSIMISMO GIUSTIFICATO è in te!

Qui crollano il 70% dei progetti, questo è il momento in cui prendi coscienza di essere una di quelle persone che smanetta su mille cose ma che non porta nulla a termine, che amarezza !

Il 30%  degli individui, invece supera il tunnel e vede la luce, la fase del REALISMO INCORAGGIANTE.

Questa è una fase molto importante perchè avrai consolidato la consapevolezza di poter raggiungere il tuo obiettivo, sai che devi percorrere tanta strada, ma la sfida non ti spaventa, anzi non pensi ad altro che questo e senza che tu riesca a rendertene conto sei alla fase successiva.

L’OTTIMISMO GIUSTIFICATO: in questa fase, la tua volontà è talmente solida che riesci ad intercettare ed apprezzare tuttti i più piccoli successi, come una risposta positiva ad una mail che avevi inviato, i complimenti per la cena, oppure tuo figlio che fa goal a calcetto.

E finalmente siamo arrivati all’ultima fase del ciclo del cambiamento, LA CONCLUSIONE.

Quando ti accorgi di aver raggiunto il tuo obiettivo, di aver concluso il tuo progetto o di aver cambiato quella parte della tua vita che non ti piaceva, proprio in quel momento, devi progettare il modo con cui festeggerai.

Organizza una cena, compra una nuova borsa, regalati un weekend e molto più importante, imprimi nella tua memoria questo momento da ricordare ogni volta che ne avrai bisogno.

“Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.

Lao Tzu

Il cambiamento è inevitabile durante il lungo viaggio della vita, avviene poche volte in modo esilarante, come quando decidi di innovare la tua azienda, e tante volte in piccole cose, come quando decidi di cominciare ad indossare le gonne.

Il mio direttore quando lavoravo come capo hostess al McDonald’s, un giorno mi disse:

– Non subire l’evento, ma previenilo e progettalo –

Questa fu un ottima lezione di vita, anche se per lui, in quel momento, significava che invece di subire una folla improvvisa di turisti nel ristorante, avrei dovuto organizzare in anticipo l’arrivo di una nave al porto, ma quel consiglio detto tra una cazziata e un avvertimento è diventato il mio modo di approcciare la vita.

“shift
1. verb
move or cause to move from one place to another, especially over a small distance
2. noun
a slight change in position, direction, or tendency

Oxford Directionary

To shift è l’azione di compiere un leggero movimento, un piccolo passo laterale. La distanza percorsa è breve, la sostanza resta immutata, ma l’azione è decisa e provoca un nuovo punto di vista.

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