Quattro chiacchiere con Raffaele Gaito

Quattro chiacchiere con Raffaele Gaito

Episodio 4
41:08

Se hai da dedicare la prossima mezz’ora alla tua formazione, oppure semplicemente cerchi nuovi spunti o ispirazione, non puoi perderti la super intervista a Raffaele Gaito, che da anni si occupa di innovazione e sperimentazione. Poi mi dirai, Buon ascolto

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Ascolta la parte specifica

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Presentazione di Raffaele Gaito
02:45
Ansia da FOMO
05:10
Ci rifletto e poi ti dico
15:58
Siamo Multitasking

Trascrizione dell'episodio:

Chi è Raffaele Gaito

Salernitano, classe ’84. Cresciuto a camille e robottoni giapponesi. Sono un curioso e uno sperimentatore.

Da ragazzino ho attraversato tre fasi diverse di cosa-vuoi-fare-da-grande. C’è stata la fase “scienziato”, poi la fase “inventore” e poi quella “scrittore”. Mi piace pensare che il web mi abbia permesso di fare tutte e tre.

Più o meno.

Col tempo ho capito che dovevo smettere di cercare una risposta alla domanda “cosa vuoi fare da grande?”.

È la domanda ad essere sbagliata.

Secondo la ricercatrice Emilie Wapnick, infatti, sono un multipotenziale: una persona che ha tanti interessi, ha svolto tanti lavori e che grazie a questo intreccio di conoscenze e passioni sviluppa un incredibile potenziale multidisciplinare che riesce ad applicare, con ottimi risultati, in qualsiasi lavoro o sfida quotidiana.

Per dirla in parole povere: ho bisogno di continui stimoli altrimenti mi annoio.

Penso di aver ricevuto la vena imprenditoriale dai miei nonni che erano commercianti. Da piccolo compravo le bustine di calciatori, le aprivo e poi vendevo le singole figurine ai più grandi, basandomi sulla rarità o la fama del calciatore. Mi è sempre piaciuto pensare che quella sia stata la scintilla che abbia fatto iniziare tutto.

Alle superiori frequentavo un istituto tecnico, ma la materia dove ero più bravo era letteratura. E così mentre i miei compagni di classe disegnavano impianti, io alla maturità portai un saggio sull’evoluzione del romanzo nel 1900. Mi sa che avevo sbagliato scuola.

Poi ho avuto il mio primo computer e mi sono innamorato della programmazione. A 15 anni ho scritto la mia prima riga di codice, a 17 ho aperto il mio primo blog e a 20 ho lanciato la mia prima azienda. Da allora non mi sono più fermato.

Ho scritto codice per anni, in qualsiasi linguaggio: PHP, Java, Python, C, Javascript, Delphi, Pascal e chi più ne ha più ne metta.

Nel frattempo ho preso una laurea con lode in informatica, ma non mi sono mai voluto legare ai soli aspetti tecnici della disciplina. Finii per realizzare una tesi sperimentale interdisciplinare tra informatica, psicologia e sociologia sul tema dell’intelligenza artificiale. Era molto prima che l’argomento diventasse di moda e quella mia ricerca poi fu pubblicata in un paper e utilizzata da una delle più grosse multinazionali di videogiochi al mondo.

Ho sempre adorato viaggiare e questo spirito nomade mi ha portato a vivere in tanti posti diversi: Italia, Francia, Islanda, Inghilterra, California più tante piccole tappe in giro per l’Italia e l’Europa.

Al momento vivo in Inghilterra. A Londra, di preciso. Che è a tutti gli effetti the place to be in Europa per ciò che riguarda digitale, business e innovazione. Un contesto del genere è un uragano di stimoli. Una continua provocazione a migliorare e a crescere.

Credo nell’importanza della multidisciplinarità, di un approccio olistico al business e nella sperimentazione come unica strada per l’innovazione e il mio percorso rappresenta in pieno questi miei valori.

Mentre mi dividevo tra gli studi e il fare i siti web (per pagarmi gli studi) infatti mi sono presto reso conto che mi mancavano le basi del business e del marketing. Così mentre molti coetanei sceglievano come esami a scelta libera quelli che avevano la nomea di essere facili, io decisi di girare le altre facoltà per acquisire conoscenze che non avevo: marketing, economia, diritto, e così via.

Poi anni dopo ho scoperto che è una cosa che fece anche Steve Jobs ai suoi tempi.

In quegli anni ho lanciato diversi prodotti, anche con milioni di utenti, avuto copertura mediatica internazionale, appreso diverse lezioni e vinto premi di ogni tipo. Quello di cui vado sicuramente più orgoglioso è il Premio Nazionale per l’Innovazione, vinto nel 2012 con un progetto che riguardava il mondo dei videogiochi. Poi sono cresciuto e ho capito che i premi non pagano gli stipendi.

Mi ritengo fortunato ad aver incrociato sulla mia strada il Growth Hacking. È stata la sintesi perfetta del mio background tecnico, della mia passione per il marketing e della mia propensione alla sperimentazione.

Scoprirlo fu una sorta di epifania. Era la disciplina perfetta per me, che faceva leva sulle competenze che avevo acquisito negli anni e mi permetteva di mettere a frutto quella multidisciplinarità, che a volte vedevo come un ostacolo.

Hai in mente il detto “se sai fare un po’ di tutto non sai fare niente”?

Beh, ho scoperto sulla mia pelle che è una cazzata, soprattutto nell’epoca veloce e dinamica che ci troviamo a vivere oggi. E ho capito che se sei in grado di trovare la giusta intersezione tra le mille passioni e competenze puoi avere una marcia in più degli altri.

Così decisi, un po’ alla volta, di fare di quell’argomento il mio lavoro. In primis utilizzandolo sui miei progetti e poi, spinto dalla curiosità e dalla voglia di sperimentare, iniziando a fare divulgazione in Italia.

Oggi sono un Growth Coach e guido le aziende a migliorare i loro prodotti e i loro processi con l’ausilio dei dati, degli esperimenti e del pensiero laterale.

Insegno alla Business School de Il Sole 24 Ore e e sono autore dei libri diventati punti di riferimento del settore in Italia.

Faccio divulgazione sui temi del marketing, business e innovazione attraverso un blog, un canale YouTube e un podcast.

Ho portato i miei workshop e talk in aziende del calibro di Vodafone, HP, Microsoft, Enel, Poste, Chiesi, Sella e tante altre.

Visto che oggi chi non si forma di continuo è perduto, ho fondato un’academy online, il Growth Program, pensata per chiunque abbia a cuore la crescita, l’evoluzione e la trasformazione del proprio business e del proprio progetto. Un posto incredibile dove imprenditori, professionisti e manager da tutta Italia si riuniscono per studiare con metodo il mondo della sperimentazione e dell’innovazione.

Credo fortemente nel concetto di giveback. Ricordo bene le difficoltà che ho attraversato quando muovevo i primi passi e oggi cerco di dare una mano ai più giovani che vogliono avviare un loro progetto facendo attività di mentoring pro bono.

Poi nel tempo libero mi alleno per diventare Batman, ma questa è tutta un’altra storia…

Raffaele Gaito

Incontrare i nostri ospiti:

Raffaele Gaito

Growth coach. Autore. Speaker. Blogger.

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